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Perchè calcolare le emissioni GHG del suolo? Le nuove linee guida del Protocollo GHG

02 luglio 2024

di Brendan Player, Josh Running, Benjamin Smith and Matteo Rudello

Tutti i terreni della catena del valore rientreranno nella rendicontazione delle emissioni di gas serra, generando potenziali crediti.

Questo articolo, tradotto dall’inglese, è stato pubblicato originariamente sul blog internazionale di Stantec. Traduzione e adattamento di Matteo Rudello.

Supponiamo che una grande azienda  attiva nel settore dell’energia stia raggiungendo l'ambizioso obiettivo di diventare net zero entro il 2040. Il suo secondo parco eolico è appena entrato in funzione. I suoi clienti e investitori accolgono con entusiasmo il recente resoconto sulle emissioni di gas serra (emissioni GHG) e sugli obiettivi raggiunti. L‘azienda sta diventando sempre più sostenibile e i suoi concorrenti cominciano a prenderne atto.

A questo punto potrebbero chiedersi: quale metodo sta utilizzando per rendicontare le emissioni di gas serra?

È probabile che stia utilizzando il noto “Greenhouse Gas Protocol” (Protocollo GHG) per misurare e contabilizzare le emissioni di gas a effetto serra. Circa il 90% delle aziende incluse nella lista Fortune 500 utilizza il Protocollo GHG per la gestione e la rendicontazione delle proprie emissioni di gas serra. Anche le città lo utilizzano e persino alcuni Paesi. Per molti versi, il Protocollo GHG è lo standard globale per la contabilizzazione e la gestione delle emissioni. 

L'agricoltura può provocare significative emissioni di carbonio, metano e protossido di azoto nel suolo. Queste dovranno essere contabilizzate secondo le nuove linee guida del Protocollo GHG per il territorio.

Ma il Protocollo è in continua evoluzione. Entro la fine dell'anno verranno pubblicate nuove linee guida per le attività di gestione del suolo che potrebbero avere impatti importanti per le aziende con un patrimonio fondiario significativo.

Il nuovo GHG Protocol Land Sector and Removals Guidance fornisce una tabella di marcia per la contabilizzazione e la rendicontazione da parte delle aziende delle emissioni e degli assorbimenti di gas serra derivanti dalla gestione del suolo, dal cambiamento di destinazione d'uso dei terreni e da altre attività fondiarie. Esso si basa sulle precedenti linee guida del Protocollo GHG per gli standard Corporate e Scope 3. Vediamo come il nuovo protocollo avrà un impatto su alcuni settori, quali opportunità presenta e quali risorse potrebbero essere necessarie per affrontare questa nuova linea guida.

La nuova guida terrà traccia di tutte le pratiche di gestione dei terreni

Sulla base di una bozza del 2023, abbiamo una buona idea di come sarà la guida finale del Protocollo GHG Land Sector and Removals Guidance. Quale sarà il suo impatto complessivo sulle aziende?

La precedente guida relativa ai terreni si concentrava sull'agricoltura e sulla silvicoltura, mentre la nuova guida consentirà di tracciare gli impatti e i benefici in termini di gas serra di tutte le pratiche di utilizzo del suolo.

Le aziende che producono grandi quantità di emissioni a causa dell'impatto sugli habitat, saranno fortemente influenzate da questi cambiamenti. Altre aziende ne trarranno beneficio perché l’aggiornamento del Protocollo delinea un percorso più semplice per tracciare e segnalare il sequestro di carbonio derivante dalle pratiche di sfruttamento del suolo.

Gli spazi verdi urbani hanno molti benefici. La nuova guida GHG Protocol Land Sector consentirà alle città di quantificare e ottenere crediti per il carbonio che sequestrano.

La nuova linea guida del Protocollo GHG per la gestione del suolo offre delle opportunità

Torniamo alla nostra azienda energetica, che si sta muovendo con successo verso il suo obiettivo “net zero”.

Ipotizziamo che l'azienda debba abbattere degli alberi per far posto a nuove linee di trasmissione. Quando l'azienda taglia degli alberi, i detriti o gli scarti creano un impatto sull’atmosfera quando si decompongono o vengono bruciati. D'altro canto, alcuni di questi materiali possono diventare prodotti in legno a lungo termine, come il compensato o il legname da costruzione, che trattengono il carbonio dall'atmosfera. In questo modo si riduce l'impatto delle emissioni GHG.

Per la nostra azienda energetica ciò significa che ogni km di area disboscata, derivante dal  corridoio largo 30 metri necessario per far passare la linea di trasmissione, potrebbe rilasciare una quantità di CO2 pari a quella prodotta dall'elettricità utilizzata da 450 abitazioni in un anno (280 abitazioni/km), secondo il calcolatore di equivalenza dei gas serra dell'EPA. Queste emissioni verrebbero probabilmente riportate nella categoria Scope 1 del cambiamento di uso del suolo durante l'anno di riferimento.

Al contrario, se la nostra azienda energetica investe nella piantumazione di alberi sul suo terreno, la nuova guida sulle emissioni e assorbimenti dei terreni le consentirà di contabilizzare questo ulteriore stoccaggio di carbonio.

In passato, le aziende sarebbero dovute entrare nel mercato dei crediti di carbonio per certificare simili attività. L'azienda le avrebbe attribuite come un contributo alla mitigazione delle emissioni (uno sforzo di riduzione delle emissioni di carbonio dell'azienda). Ora, invece, possono quantificare e tracciare il loro stoccaggio di carbonio e includerlo direttamente come voce nella loro rendicontazione.

Possiamo considerarlo un vantaggio? Assolutamente sì. È un percorso molto più semplice per generare valore da queste pratiche piuttosto che sottoporsi a un processo di certificazione lungo e talvolta costoso.

Che impatti avrà questa guida sugli altri settori?

Le indicazioni del Protocollo GHG sui terreni hanno un impatto anche su settori come l'estrazione mineraria, le infrastrutture, lo sviluppo immobiliare, l’estrazione di petrolio e gas e gli edifici.

Consideriamo, ad esempio, un progetto minerario. In base alle nuove linee guida, una società mineraria potrebbe registrare un aumento delle emissioni se un progetto comporta la perdita di habitat. Tuttavia, la stessa azienda potrebbe registrare una riduzione delle emissioni nette grazie all’ assorbimento  di carbonio  determinato da un progetto di riqualificazione del territorio.

Se un’azienda produce grandi quantità di emissioni a causa dell'impatto sugli habitat, sarà fortemente influenzata da questi cambiamenti.

Nel caso di progetti che prevedono il disboscamento di un’area, si può pensare di attuare delle misure che migliorino il bilancio delle emissioni di gas serra dell’azienda. Per un determinato anno, l’attività di disboscamento potrebbe avere un impatto negativo sulla capacità di raggiungere gli obiettivi aziendali di riduzione dei gas serra.

Ad esempio, in un progetto autostradale, il disboscamento di una zona boschiva o l’eliminazione di una zona umida genererebbero molte emissioni. Tuttavia, per fare un esempio, attuare una strategia di gestione che preveda miscele di sementi più diversificate o un maggior numero di piante può contribuire a ridurre queste emissioni.

Alcune criticità della guida del Protocollo GHG per il territorio

Il “GHG Protocol Land Sector and Removals Guidance” potrebbe rappresentare una sfida per i dati delle aziende? Si, soprattutto per quelle alle prime armi con questo tipo di monitoraggio delle emissioni.

Per tracciare le emissioni e gli assorbimenti di CO2 legati alla gestione dei terreni di un’azienda, occorrono dati specifici sulle riserve di carbonio che le aziende raramente tracciano al di fuori dei progetti di carbon inset e offset.

Alcune aziende potrebbero sottovalutare la portata e l'impatto delle modifiche previste dal nuovo Protocollo GHG sui terreni ma è importante avere una visione realistica riguardo agli obiettivi di rendicontazione e riduzione. In questo modo, è possibile progettare un piano attuabile e adottare le nuove linee guida sui terreni.

In base alle nuove linee guida del Protocollo GHG Land Sector and Removals Guidance, le operazioni di raccolta del legname dovranno contabilizzare le emissioni di carbonio da biomassa, avendo anche la possibilità di ottenere crediti per il carbonio sequestrato nei prodotti legnosi a lunga vita.

Per definire una strategia di gestione delle emissioni legate ai terreni occorrono molteplici competenze

Potrebbero servire più competenze ed esperti per aiutare le aziende ad adottare le nuove linee guida del Protocollo GHG relativo alle emissioni e gli assorbimenti di CO2 legati al terreno.

Potrebbero servire le competenze di ecologi e geologi con esperienza nello sviluppo di strategie di monitoraggio dei sistemi naturali, o quelle di  professionisti esperti in contabilità delle emissioni con conoscenza degli obiettivi net zero e della creazione di piani di decarbonizzazione. A questo elenco si aggiungono ingegneri e altri scienziati in grado di progettare e implementare progetti che aumentino la rimozione dei gas serra.

I nostri team supportano da tempo i nostri clienti nell'adozione delle nuove linee guida del protocollo GHG. Il primo passo sarebbe una stima dell'impatto della nuova linea guida sulle emissioni di gas serra e sugli obiettivi net zero dell’azienda.

Da lì, possiamo adattare o progettare e implementare un quadro di contabilizzazione delle emissioni che utilizzi metodi innovativi per monitorare e tracciare le emissioni e gli assorbimenti derivanti dalle pratiche di uso del suolo. Un esempio può essere l'utilizzo di CarbonWATCH per censire gli stock di carbonio su scala territoriale.

Siamo consapevoli che il nuovo GHG Protocol Land Sector and Removals Guidance presenterà ostacoli e opportunità per molte aziende, ma la scienza ci dice che il mondo deve ridurre notevolmente le emissioni di gas serra per evitare ulteriori impatti sul clima. Come l’azienda energetica presa come esempio in precedenza, oggi molte aziende puntano a raggiungere l’obiettivo net zero. La rendicontazione delle emissioni GHG associate all’utilizzo del suolo è un altro passo in questo processo.

  • Brendan Player

    An environmental planner, Brendan has focused his career on nature-based solutions. He works on water quality, ecology, and biogeochemistry projects, and his research has advanced Stantec’s carbon sequestration services.

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  • Josh Running

    With more than two decades of experience, Josh knows exactly how to restore a heavily degraded ecosystem back to a stable and highly functioning community.

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  • Benjamin Smith

    Working with our ESG and GHG teams in Roanoke, Virginia, Benjamin is a dedicated consultant and passionate about helping clients reach sustainability goals.

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  • Matteo Rudello

    Matteo guida la divisione specializzata in sostenibilità e innovazione. Inoltre, ha 18 anni di nella gestione delle problematiche ambientali connesse all’acquisizione e dismissione di stabilimenti industriali.

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