Skip to main content
Start of main content

La direttiva CSRD: cos'è e perché è importante

28 maggio 2024

di Gloria De Masi Gervais

Le nuove regole europee per i bilanci di sostenibilità

Che cos'è la direttiva CSRD?

La direttiva CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) nasce per rafforzare le norme esistenti sulla rendicontazione non finanziaria delle imprese che operano nell’Unione Europea, puntando, tra l’altro, a contrastare il rischio di greenwashing e a rendere questo tipo di rendicontazione non un’operazione di immagine ma un’opportunità di evoluzione della governance e dei processi operativi.

Questo intervento legislativo nasce nell’ambito del Green Deal Europeo,  l’ambizioso piano di trasformazione dell’economia europea per un futuro sostenibile, sorretto da tre obiettivi principali:

  • Economico: finanziare la transizione ecologica.
  • Sociale: “leave no one behind”(non lasciare nessuno indietro, aspirando ad una transizione ‘giusta’).
  • Ambientale: entro il 2030, ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55%, rispetto al 1990; entro il 2050 diventare un’economia a emissioni nette zero, sostenibile e resiliente.

In particolare, l’UE ha individuato nella leva finanziaria la chiave fondamentale per raggiungere gli obiettivi 2030-2050, come è evidente dalla Road Map sulla finanza sostenibile, che trova nella CSRD la risposta ai propri obiettivi di trasparenza.

Quali sono le principali novità della CSRD?

La CSRD supera e amplia la direttiva NFRD (Non-Financial Reporting Directive) che nel 2017 aveva introdotto l’obbligo per le grandi imprese di interesse pubblico di rendicontare impatti sociali, ambientali e di governance.

Approvata dalla Commissione Europea a novembre 2022, la CSRD è entrata in vigore il 5 gennaio 2023 e, come previsto per le Direttive europea, gli Stati membri dovranno recepirla entro il 6 luglio 2024. Nel nostro Paese, Il Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF) ha avviato una consultazione pubblica per recepire la direttiva tra febbraio e marzo di quest’anno ed ha elaborato un primo schema di recepimento.

L’intervento dei legislatori nazionali comporterà certamente alcune novità e indicazioni sull’applicazione della direttiva, che, tuttavia manterrà la sua struttura e i suoi obiettivi principali.

Possiamo riassumere le principali novità introdotte dalla CSRD, nei seguenti punti:

  • Ampliamento della popolazione di aziende coinvolte: la direttiva CSRD intende estendere l'obbligo di rendicontazione a tutte le imprese quotate e a molte altre imprese di grandi dimensioni, operanti nell’Unione Europea.
  • Introduzione di un nuovo standard di rendicontazione uniforme e obbligatorio (ESRS), per aumentare l’accuratezza e la completezza dei dati.
  • Obbligatorietà della verifica di affidabilità (assurance) del bilancio di sostenibilità, partendo con un livello di limited assurance per poi introdurre la reasonable assurance dal 2028.  
  • Integrazione e pubblicazione del bilancio di sostenibilità all’interno di quello economico-finanziario, in una sezione dedicata ma non staccata, che può essere la relazione sulla gestione.
  • Necessità di basare la rendicontazione sul principio della doppia materialità, vale a dire l’individuazione degli impatti dell’azienda sull’ambiente e sulla società, ma anche degli impatti che i fattori di sostenibilità potrebbero avere sulla tenuta economico-finanziaria dell’azienda stessa.
  • Necessità di emettere il report di sostenibilità nel formato elettronico ESEF (European Single Electronic Format), su linguaggio XBRL, già utilizzato per la rendicontazione finanziaria, e di taggare le informazioni sulla sostenibilità in base ad una specifica tassonomia digitale.

Gli standard di rendicontazione ESRS (European Sustainability Reporting Standards) sono stati adottati ufficialmente con l’atto delegato della Commissione Europea del 31 luglio 2023. Gli standard, frutto di un processo di consultazione pubblica, sono stati prodotti da EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), un’organizzazione fondata nel 2001 e promossa dalla Commissione Europea con l’obiettivo di fornire consigli tecnici sulla rendicontazione finanziaria e di sostenibilità. EFRAG è anche stata incaricata di sviluppare la tassonomia digitale in XBRL per la predisposizione del bilancio di sostenibilità secondo gli standard ESRS, che sarà correlata al Regolamento Tassonomia (v. paragrafo successivo).

CSRD e Tassonomia

Il Regolamento UE 2020/852 detto Regolamento Tassonomia, introduce un sistema di classificazione uniforme delle attività che possono essere definite sostenibili. Figli dello stesso Green Deal, il Regolamento Tassonomia e la CSRD sono collegati.

Infatti, l’articolo 8 del Regolamento prevede che le imprese soggette alla NFRD (Non Financial Reporting Directive) e successivamente alla CSRD, pubblichino informazioni sull’allineamento delle loro attività alla tassonomia europea. Le informazioni che dovranno essere inserite nel Report di Sostenibilità saranno: quota di fatturato proveniente da prodotti o servizi associati ad attività allineate alla tassonomia; quota di spese in conto capitale (Capex) e di spese operative (Opex) relative ad attività allineate alla tassonomia.

Quali aziende sono soggette alla CSRD?

La direttiva CSRD avrà delle conseguenze significative per le aziende italiane, in quanto aumenterà il numero e il livello di dettaglio delle informazioni non finanziarie da comunicare. Secondo una stima della Commissione Europea, circa 4.000 imprese italiane saranno soggette alla direttiva CSRD, contro le circa 600 che erano toccate dalla direttiva NFRD. Le aziende italiane dovranno adeguarsi agli standard di rendicontazione di sostenibilità armonizzati, che copriranno sei aree tematiche: ambiente, società, governance, diritti umani, anticorruzione e diversità. Le informazioni non finanziarie dovranno essere verificate da un revisore esterno e pubblicate insieme al bilancio annuale. Le aziende italiane dovranno anche fornire i loro dati in formato elettronico, per facilitarne la consultazione e l'analisi da parte delle parti interessate.

Quando si applicherà la CSRD?

La Direttiva prevede un’estensione dell’obbligatorietà graduale, secondo le caratteristiche e le dimensioni delle imprese, in particolare:

  • Dal 1° gennaio 2024 (con pubblicazione nel 2025) grandi imprese con oltre 500 dipendenti, quotate e già soggette all'obbligo di redazione della dichiarazione non finanziaria;
  • Dal 1° gennaio 2025 (con pubblicazione nel 2026) tutte le grandi imprese con almeno due dei seguenti requisiti: più di 250 dipendenti, 20 milioni di stato patrimoniale, 40 milioni di ricavi netti. Le PMI possono scegliere di posporre l’adesione fino al 2028 e sono escluse le microimprese;
  • dal 1° gennaio 2026 (con pubblicazione nel 2027) le PMI quotate e altre aziende (es. Imprese assicurative);
  • dal 1° gennaio 2028 (con pubblicazione nel 2029) le imprese di Paesi terzi con attività significative in Europa.

In merito all’ultimo punto, le imprese extra-UE sono obbligate a redigere il report di sostenibilità soltanto se sono soddisfatte le seguenti condizioni:

  • un fatturato netto di più di euro 150 milioni all’interno dell’UE, per due esercizi consecutivi;
  • l’impresa extra-UE ha una società controllata che si qualifica come grande impresa o PMI quotata e/o ha una succursale con un fatturato netto superiore a 40 milioni di euro nell’esercizio precedente.

Se vi interessa sapere se la CSRD si applica alla vostra azienda e come farlo, CONTATTATECI.

  • Gloria De Masi Gervais

    Gloria De Masi Gervais è Communications Manager di Stantec in Italia dal 2007. Gloria si occupa della comunicazione interna ed esterna, dell’ufficio stampa e della comunicazione digitale per la sede italiana. Leggi di più.

    Contatta Gloria
End of main content
To top